Reggina, Drago lontano dal concetto di noblesse oblige: l'ex tecnico non rinuncia agli arretrati

drago600di Paolo Ficara - Le vittorie hanno tanti padri, le sconfitte sono figlie di...! Massimo Drago in qualche modo deve sentirsi partecipe di una stagione nella quale si è limitato a percepire puntualmente lo stipendio, a giudicare dagli ultimi riscontri. Oggi era giorno di scadenze per le società di Serie C, tutte reduci dal periodo che ben sappiamo: stadi chiusi, e notevole difficoltà per le aziende di cui sono titolari i vari mecenati della Lega Pro.

La Reggina è in Serie B, certamente non per merito di Drago, ma fin qui deve rispettare le scadenze federali della C. Il tecnico crotonese non ha inteso rinunciare neanche ad "un centesimo" (ipse dixit) degli stipendi di marzo ed aprile, essendosi in precedenza ben guardato dal rescindere un contratto da oltre 6.000 euro mensili.

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Con la scelta della Reggina di non mettere squadra e staff in cassa integrazione, Massimo Drago si è trovato "miracolato" in un periodo ed in una situazione nella quale, in Serie C, la stragrande maggioranza degli altri tesserati con contratto federale hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Il tutto senza muovere un dito. Permettendosi il lusso di rispondere anche in maniera arrogante alla richiesta di una rinuncia.

Se il mister Drago avesse impiegato questi mesi da nullafacente retribuito a riflettere sui motivi che lo hanno portato ad essere l'unico allenatore, sui tre dell'era Gallo, ad ottenere solo inopinate sconfitte tra febbraio ed aprile 2019, probabilmente in questa occasione avrebbe risposto in maniera diversa. Almeno nei toni, dato che per il vil denaro c'è un contratto a dargli ragione. Però anche i contratti finiscono, il suo lo scorso 30 giugno. Gli uomini restano. Nel suo caso, resta davvero poco.