Laino Borgo (Cs), terminato il lavoro di restauro del santuario Madonna dello Spasimo

Il luogo di culto simbolo di una comunità, il Santuario Madonna dello Spasimo di Laino Borgo - detto anche "delle cappelle" -, rinasce grazie alla forte sinergia intrapresa dei cittadini, in collaborazione con chiesa e l'amministrazione comunale. Segno di un bene comune che sa lavorare insieme per un bisogno collettivo. La storia di grande cooperazione tra pubblico e privati cittadini arriva da Laino Borgo che sabato 14 dicembre alle ore 15.00 presenterà alla comunità il restauro delle cappelline del Santuario Madonna dello Spasimo. Prima la visita alle cappelline che hanno ritrovato l'antico fascino e splendore grazie al lavoro di restauro portato avanti dal professor Lorenzo Casamenti, responsabile del dipartimento di restauro dell'Istituto Lorenzo De Medici di Firenze, e poi alle 16.30 il convegno presso il Centro Civico Nuovi Orizzonti al quale parteciperanno il sindaco della comunità, Mariangelina Russo, il parroco della Parrocchia Spirito Santo, don Alessio De Stefano, il presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, la professoressa Teresa Barletta e l'architetto Marianno Bianchi della Soprintendenza dei beni culturali di Cosenza, il professor Casamenti ed il vescovo della Diocesi di Cassano all'Jonio, Monsignor Francesco Savino.

Tutto è partito dalla devozione di una donna, Rosa Micca, così legata al luogo di culto lainese che alla sua morte i figli decisero di destinare i soldi raccolti nelle offerte delle sue esequie ad un primo intervento di recupero delle cappelline del santuario, già malandato da anni. L'amministrazione comunale, cogliendo così lo slancio affettivo dei cittadini, aggiunse a quella cifra un altro importante intervento economico che, unito ad altre donazioni di privati cittadini, permise all'ente di far partire i lavori che ora vengono ufficialmente presentati alla città.

A questa opera di restauro, autorizzata dalla Soprintendenza dei beni culturali di Cosenza, seguita anche dalla Diocesi di Cassano all'Jonio, hanno partecipato gratuitamente il professore Lorenzo Casamenti dell'istituto De Medici di Firenze, operai del Comune, giovani del Servizio Civile e un comitato cittadino costituito da Vincenzo Calvosa, figlio di Rosa Micca, Domenico Verbicaro, Annamaria e Luisa Gioia, Vincenzo Miceli (che nel corso dei lavori è venuto a mancare per cause naturali) e Fabio Cosenza.

Oggi il Santuario delle Cappelle o detto anche Santuario del Santo Sepolcro o di Maria Santissima dello Splendore costruito a 2 km di distanza dal comune di Laino Borgo immerso in un paesaggio suggestivo e incontaminato da dove è possibile ammirare lo splendido panorama che offrono i monti del Pollino, ritorna a nuova vita pronto ad accogliere il turismo religioso che da sempre lo interessa e lo inserisce nei tour sul territorio.

Secondo la tradizione locale il Santuario fu realizzato nel 1557 da Domenico Longo in seguito a un sogno nel quale gli erano apparsi i luoghi di Gerusalemme. A seguito di tutto ciò, il devoto, partì per la Palestina dove, dopo un viaggio durato 7 mesi, rimase undici giorni. Al suo ritorno dal pellegrinaggio in Terra Santa portò con se i disegni che gli servirono per riprodurre fedelmente, sul modello della cappella fatta edificare da Sant'Elena, madre dell'Imperatore Costantino, il Santuario porta il nome della Madonna dello Spasimo o delle Cappelle poiché originariamente vi furono costruite delle piccole cappelle che ripercorrevano fedelmente i luoghi sacri che lui aveva visitato durante il suo viaggio.

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«Per i lainesi questo è un luogo simbolo della comunità - ha dichiarato il Sindaco Mariangelina Russo - e a riprova di questo è evidente la partecipazione, non solo economica, ma anche fattiva e di interesse che i cittadini hanno dimostrato in questa azione di restauro. Di questa vicenda porteremo con noi, di sicuro, il ricordo di un'azione collettiva che ha saputo mettere insieme l'ente pubblico con i cittadini privati per una causa che interessa il bene collettivo, la nostra identità, la volontà di conservare e difendere insieme quello che ci appartiene, che sentiamo nostro, che ci rafforza nello spirito di comunità che sa guardare ai suoi valori e le sue radici e sa custodire con passione ed orgoglio».