Cosenza, all'Annunziata dopo dieci anni riapre Chirurgia orale ad alta complessità

COSENZA-ANNUNZIATAAll'Annunziata di Cosenza, nella UOC Odontoiatria e Stomatologia, diretta dalla dr.ssa Simona Loizzo, dopo dieci anni, riprende il servizio di Chirurgia orale ad alta complessità.

E nei giorni scorsi è stato eseguito un complesso intervento di asportazione di tumore linguale mediante glossectomia.

L'intervento di ablazione chirurgica parziale della lingua, è stato effettuato dall' equipe composta oltre che dal direttore della UOC, dr.ssa Loizzo, dai dr.ri Andrea De Stefanis, Domenico Valente e Ilaria Ballesio, con il tutoraggio scientifico del prof. Amerigo Giudice, dell'Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro, che ne seguirà il follow up clinico nel medio e lungo termine.

Il paziente sta bene, non presenta difficoltà di linguaggio e deglutizione ed è tornato alle proprie attività.

--banner--

"Riprende un'attività chirurgica - ha dichiarato il direttore della UOC Odontoiatria e Stomatologia, Simona Loizzo - alla quale, nell'ultimo anno la Direzione strategica ha dato impulso e che ci consente di ampliare la gamma dei servizi del nostro Ospedale, erogando prestazioni chirurgiche che, in altri tempi, avrebbero costretto i pazienti affetti da lesioni neoplastiche della lingua e del cavo orale, a rivolgersi al altre strutture sanitarie".

Prosegue a pieno ritmo l'attività della UOC di Odontoiatria e Stomatologia diretta dalla dr.ssa Loizzo, che anche in periodo Covid ha lavorato per le urgenze odontoiatriche di secondo livello quali: emorragie, traumi e asportazione di lesioni cistiche e procedure bioptiche per tumori del cavo orale.

Nel primo semestre sono stati 250 i ricoveri in day surgery per patologie orali complesse e più di 100 le valutazioni del massiccio facciale, alcune delle quali esitate in riduzioni chirurgiche mediante dispositivi di osteosintesi delle ossa facciali.

Particolare attenzione è stata rivolta, secondo le indicazioni del Ministero della Salute, all'Odontoiatria speciale, al fine di impedire che pazienti con disabilità complesse potessero, in fase pandemica, subire una brusca decelerazione di percorsi di cura.