I paradossi di Reggio Calabria: spiagge pulite, mare non balneabile

reggio mare suddi Nino Mallamaci* - Io mi chiedo, senza alcuna animosità considerata la sua signorilità: ma l'assessore Armando Neri, quando dichiara di essere consapevole "di quanto l'attività balneare rappresenti una risorsa, anche in termini turistici e quindi occupazionali, per il tessuto economico della nostra città", si rende conto delle parole che pronuncia? L'iniziativa, in sé, del Comune, di pulire le spiagge in ragione dell'approssimarsi "dell'avvio della stagione balneare" (sic!!!), è senz'altro apprezzabile, ma è il solito battage pubblicitario per un'operazione routinaria a lasciare interdetti. Soprattutto quando si parla di "attività balneare" e di "stagione balneare" per un tratto di mare oggettivamente non fruibile per la maggior parte della sua estensione. A quasi sei anni di distanza dalla nascita dell'Amministrazione "della svolta", il mare di Reggio si presenta in condizioni forse peggiori rispetto a prima. Non credo, in questo come in tanti altri casi, che ci si possa rifugiare dietro le responsabilità dei passati governi cittadini o di altri soggetti istituzionali. Anche in questa decisiva branca gestionale l'Amministrazione cittadina ha brillato, si fa per dire, per assenza, inconcludenza, incapacità. Sarebbe stato un grosso colpo poter lanciare una campagna per attirare nella nostra città una cospicua fetta di turisti, soprattutto in un momento come questo. Sarà pure un ragionamento cinico, ma Reggio avrebbe potuto puntare sull'impatto relativo della pandemia sulla nostra terra, approfittando delle difficoltà nelle quali si dibattono altre zone del Paese e delle complicazioni per i viaggi all'estero. Invece, cosa possiamo raccomandare ai potenziali visitatori? Di venire a sdraiarsi sulle nostre spiagge immacolate - magari accanto ai cartelli di divieto se verranno apposti - guardandosi bene dall'immergersi in acque riconosciute inquinate dalle rilevazioni effettuate?

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Non me ne voglia Armando Neri. La politica degli slogan, degli annunci altisonanti, delle denominazioni auliche affibbiate ad azioni che avrebbero dovuto esser classificate, soprattutto dopo quasi sei anni, scontate e ordinarie. Questo tipo di politichetta ha le gambe cortissime, e non può reggere alla prova dei fatti. Sarebbe stato possibile, in tutto questo tempo, avviare un processo di graduale bonifica del mare di Reggio. Magari non completarlo, non arrivare alle bandiere blu di altri centri della nostra provincia e della Calabria intera. Purtroppo, anche questa pratica giace polverosa in chissà quale cassetto di palazzo San Giorgio. E mentre la polvere si accumula, l'unica strada praticabile per assicurare un futuro alla nostra città e ai nostri ragazzi, sfruttando il solo vantaggio di questa terra marginale, lontana dai mercati e dalle fonti energetiche ma di rara bellezza, quella strada viene sbarrata dall'insipienza e dalla sciatteria di una classe politica eccezionale soltanto nella pratica della chiacchiera e dei sogni ad occhi aperti.

*avvocato e scrittore