Presentato il nuovo saggio di Maria Caterina Mammola, un libro che ripercorre tre secoli di baronia

"Storia della Baronia di Mammola": è questo l'ultimo saggio pubblicato da Maria Caterina Mammola a Giugno 2020, con le Edizioni Promocultura di Gerace.
L'Autrice, sulla scorta di molti documenti inediti, ha tracciato un quadro di tre secoli di baronia, tra eventi notevoli, personaggi di ogni ceto sociale, vita economica e religiosa, pagine d'archivio.

La prima presentazione del libro è avvenuta a Mammola, nella maestosa chiesa matrice, dove svolse la missione parrocchiale il figlio del barone Lorenzo Spina, cioè Vincenzo Spina, nominato primo Arciprete di Mammola dal Vescovo di Gerace Domenico Sculco, con bolla del 5 febbraio 1681, come annota l'Autrice nel testo.
L'Amministrazione di Mammola, il Centro Studi Nicodemei ed il Parroco hanno voluto riprendere dopo mesi di inattività socio-culturale - a causa del covid 19 – le attività culturali, presentando il suddetto testo storico.

Saluti e ringraziamenti sono stati espressi dal Sindaco, arch. Stefano Raschellà, dal parroco D. Antonio Mazzà, e dal Presidente Centro Studi, dr. Pino Agostino, che ha coordinato gli interventi: ha relazionato l'arch. Antonio Longo, ex sindaco di Mammola, studioso attento di documenti che riguardano il paese natio, uno dei borghi più antichi della Locride.

Antonio Longo non solo ha illustrato il libro della Mammola per la complessità di notizie ivi riportate e per la gradevolezza dell'esposizione, ma ha aggiunto osservazioni su altri documenti storici, medievali, che precedono l'autonomia feudale di Mammola iniziata dal 1540, sganciandosi da casale di altri feudi. Ha allargato la visione della storia di Mammola, soffermandosi su documenti di vari periodi, dai tempi bizantini a quelli dei Normanni e federiciani, e poi ad angioini e aragonesi: documenti che testimoniano la vita del borgo accanto a due monasteri importanti, cioè di S. Nicodemo e di Santa Barbara (l'antico San Fantino di Pretoriate passato poi a Santo Stefano del Bosco e quindi alla Certosa di Serra S. Bruno).

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Molto seguito dal pubblico è stato l'altro intervento, anzi una vera e propria relazione, del prof. Vincenzo Cataldo, autore di molti testi storici, docente universitario e deputato di Storia Patria per la Calabria. Ha tracciato il percorso feudale di Mammola sotto il profilo economico e amministrativo, notandone allo stesso tempo fasi di sviluppo. Sotto questo aspetto, un fatto è evidente: l'aumento demografico nel paese dal '600 all''800, assieme a quello lavorativo e finanziario, messo in rilievo dal Catasto Onciario del 1754. Mammola era allora il centro più popoloso della Locride. Cataldo ha spaziato oltre con riferimenti ad altri paesi, alle colture agricole, ai trasporti, all'artigianato, all'istruzione, alla struttura feudale vista come forma politico-amministrativa dell'epoca, con i suoi agenti, erari, affittuari, censi, obblighi, oneri..., e poi alla Cassa Sacra all'indomani della catastrofe sismica del 1783.

Argomenti tutti importanti, di grande portata, che il relatore ha dovuto concludere per dare spazio a eventuali commenti e interrogativi del pubblico. Inoltre, durante le relazioni, anche scambi di vedute erano intercorsi, animando l'esposizione.
Ha proseguito l'Autrice, prima con i ringraziamenti e poi rispondendo a osservazioni del pubblico o dialogando su alcuni argomenti, quali ad esempio sui rapporti tra il barone e la chiesa, cioè tra due poteri importanti, cioè quello laico e quello ecclesiastico che a Mammola cominciavano a manifestare contrasti, specialmente nel Settecento.

I baroni a Mammola hanno dimorato poco o nient'affatto: al loro posto si sono affermati per censo, per cultura, per impulsi costruttivi, altre famiglie, di vari ceti sociali, che hanno saputo cogliere opportunità economiche, non solo ampliando ricchezza e potere, ma anche mandando a studiare i propri figli al Seminario o all'Università di Napoli. Il patriziato locale era allora un ceto privilegiato accanto al baronale.
Citiamo i nomi di alcuni tra il pubblico che sono intervenuti con osservazioni specifiche, sia del versante tirrenico sia del ionico: il prof. Ugo Verzì Borgese scrittore di Rosarno che per primo ha scritto un opuscolo sugli scrittori di Mammola, il barone Arturo Nesci di Reggio Calabria, cavaliere dell'Ordine di Malta e noto studioso di araldica, il dr. Vincenzo Marvasi di Locri, che ha pubblicato l'anno scorso in un grosso volume tutto il Catasto Onciario di Mammola del 1754.

Il libro ha suscitato molto interesse e non sono mancati complimenti ed elogi all'A. che continua con le sue ricerche archivistiche a osservare e portare alla luce eventi, problemi, figure significative di secoli passati.