Comunali a Siderno: se l’eterno Pietro Fuda guida il rinnovamento

fudatabaccidi Claudio Cordova - Per darsi un tono un po' più sbarazzino ha coniato anche uno slogan, con tanto di hashtag "#lafabbricadipietro": la campagna di incontri che ha animato le settimane antecedenti al voto per il rinnovo del consiglio comunale di Siderno. In realtà, Pietro Fuda, candidato sindaco del Centro Democratico, ma, più in generale, di una grossa fetta del centrosinistra calabrese, è tutt'altro che un politico new generation.

Settantadue anni, con un passato sia da presidente della Provincia di Reggio Calabria (dal 2002 al 2005), da Amministratore Unico della Sogas, la società di gestione dell'aeroporto dello Stretto, ma, soprattutto, come Senatore della Repubblica, inizia la propria carriera politica in Forza Italia, discostandosene poi nel 2007 per fondare, insieme all'allora governatore, Agazio Loiero, il Partito Democratico Meridionale.

Ora, dopo la fine del mandato parlamentare, l'ingegner Pietro Fuda prova a rientrare in pista, correndo per la poltrona di sindaco di Siderno, sfidando soprattutto Pietro Sgarlato, sostenuto in particolare da Forza Italia. Per sostenere la causa di Fuda si è mosso anche il leader nazionale, Bruno Tabacci, che nelle scorse settimane è giunto a Siderno per lanciare la volata finale.

Prova a tornare in pista, Pietro Fuda. Lo fa in quella che potrebbe essere la tappa definitiva della sua lunga carriera: amministrare il comune che, nel 1943, gli darà i natali. Siderno, comune sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2013, anche se nel regno incontrastato dei Commisso – famiglia egemone nel traffico di droga con importanti diramazioni all'estero e, soprattutto, in Canada – è più che altro lo Stato a doversi infiltrare nei pochi spazi lasciati liberi dalla 'ndrangheta.

E' il 72enne Fuda che, da favorito, spinge per riportare alla normalità Siderno. Di Fuda parlerà – intercettato – anche il calabrese Agostino Saccà, in quel tempo potente direttore di RaiFiction: "Fuda vuol far sapere al Capo che il suo cuore batte sempre a destra, anche se è costretto a stare oggi a sinistra e che comunque se gli dovessero toccare gli interessi e le cose sue, il Cavaliere deve starne certo: Fuda gli darà un aiuto in Parlamento". Una frase che darà il via a un'inchiesta su una presunta compravendita di senatori da parte di Silvio Berlusconi e Forza Italia per rovesciare nel 2007 l'allora esigua maggioranza del Governo Prodi. Un'ipotesi da cui Fuda si difenderà sempre sotto il profilo mediatico, mentre ogni rilievo di natura penale a suo carico verrà già escluso in sede di indagine.

Fuda, in realtà, non sarà mai sfiorato da nessun azione penale, ancorché il suo nome finisca assai spesso nelle carte d'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Nonostante la fulgida carriera da parlamentare, Fuda manterrà sempre un contatto diretto con il territorio.

E i riferimenti nelle carte d'indagine sono molteplici.

A cominciare dal cosiddetto "Caso Reggio", in cui dalle intercettazioni raccolte si arriverà a ipotizzare un presunto appoggio elettorale a Fuda (per la carica di presidente della Provincia di Reggio Calabria) da parte dell'avvocato Paolo Romeo, un soggetto condannato definitivamente per fatti di mafia e ritenuto – talvolta anche in maniera un po' fantasiosa – una vera eminenza grigia nelle dinamiche reggine. Un'indagine, va detto, in cui non solo Fuda non verrà mai indagato, ma che si concluderà in una bolla di sapone per tutti i soggetti a vario titolo coinvolti.

Ancor prima delle chiacchierate nel salotto di Paolo Romeo, il nome di Fuda verrà pronunciato anche dal boss Matteo Alampi, coinvolto e condannato nell'indagine "Rifiuti SpA" e arrestato nuovamente alcuni mesi fa dopo alcuni mesi di libertà in una nuova inchiesta della Dda sul sistema illecito dei rifiuti. Tra i tanti politici che Alampi – tra realtà e millanteria – avrebbe conosciuto vi sarebbe anche lo stesso Fuda. Nelle carte d'indagine si parla testualmente della "familiarità dimostrata dall'Alampi nei confronti di eminenti personalità politiche della città e della Provincia, quali il Gullì, il Sindaco Falcomatà, il vicesindaco Naccari ed il Fuda". A chi lo andrà a trovare per chiedere sostegno elettorale Matteo Alampi risponderà così: "Io sono amico di Peppe Scopelliti, sono amico di Pietro Fuda, sono amico di Naccari (Sindaco f.f. del Comune di Reggio Calabria - N.d.R.), però ci troviamo in condizioni che automaticamente non possiamo apertamente...".

Tutte vicende che, comunque, non causeranno mai alcun grattacapo legale all'ingegner Fuda. Anche un collaboratore di giustizia, l'ex braccio destro del "Supremo" Pasquale Condello, Paolo Iannò, farà il nome di Fuda: "Si diceva che anche Pietro Fuda fosse appoggiato dalla 'ndrangheta" dirà nel 2010 parlando di 'ndrangheta e politica. Una frase troppo generica, però, cui la Dda di Reggio Calabria non darà alcun peso.

Il nome di Fuda però finisce (senza essere indagato) anche in indagini più recenti, a cominciare da quella denominata "Bellu lavuru". Sarà il capitano dei Carabinieri, Valerio Palmieri, a riferire in aula, nel marzo 2014, delle risultanze investigative raccolte. Mimmo Crea, Gigi Meduri, ma anche Pietro Fuda tra i politici che sarebbero stati a vario titolo in contatto con i soggetti coinvolti nell'indagine. Con alcuni dei personaggi coinvolti nell'indagine sarebbero state captate le conversazioni di diversi politici assai in vista all'inizio e alla metà degli anni 2000. Su tutti i contatti dell'allora senatore Pietro Fuda: intercettazioni che, proprio in virtù dello status di parlamentare di Fuda, non saranno utilizzabili.

Avvicinandoci alla contemporaneità, il nome di Fuda compare ancora nelle carte che porteranno in carcere (e poi alla condanna) proprio l'ex sindaco di Siderno, Alessandro Figliomeni. Intercettazioni tra un soggetto di mediocre caratura e Giuseppe Commisso, il "mastro", ritenuto invece un elemento di spicco dell'omonimo clan egemone su Siderno. I due commenteranno l'operato di Figliomeni, ma anche le dinamiche riguardanti l'ospedale: "Ma sono per lo più.. Discorso pure.. A livello regionale, perché qua cominciando da "compare Pietro Fuda".. Ehh.. Non ci tiene di più, perché effettivamente lui.. "la chiave ce l'ha se voleva aprirlo".." dice Romano. "Certo" risponde il "mastro".

Ancora con riferimento alla fascia jonica, l'allora senatore Pietro Fuda verrà pizzicato a parlare al telefono con uno degli indagati dell'inchiesta antimafia denominata "Saggezza", Bruno Bova. Con Fuda, l'indagato Bova avrebbe discusso in diverse occasioni in merito alI' evoluzione della sua candidatura a Presidente della Comunità Montana. Tanti saranno, comunque, i riferimenti alla persona di Fuda nell'inchiesta: l'allora senatore si interfaccerà spesso con i soggetti indagati, conversando soprattutto di dinamiche politiche sul territorio della Locride.

Dall'area jonica a quella tirrenica, infine, il nome di Fuda finisce anche nell'inchiesta "Xenopolis", che andrà a colpire gli interessi della 'ndrangheta di Sinopoli, facendo emergere, ancora una volta, la figura dell'ex sindaco di San Procopio, Rocco Palermo. Nel corso di una conversazione di metà 2006 all'interno del veicolo in uso a Palermo, emergerebbe che lo stesso, oltre a qualificati rapporti con esponenti della criminalità, avesse concreti collegamenti anche con esponenti politici, tra i quali proprio l'allora senatore Pietro Fuda. In particolare, nel corso della conversazione in questione, Palermo rappresentava al nipote Roberto Merenda che in caso fosse stato eletto consigliere provinciale, il suddetto politico gli avrebbe dato la possibilità di poter gestire alcuni posti di lavoro, uno dei quali sarebbe stato dato al nipote.

Forte del proprio percorso politico ed evidentemente convinto che i riferimenti di terze persone fossero solo casualità o millanterie e che i contatti diretti con personaggi discutibili siano stati solo momenti di mera socialità, l'ingegner senator Pietro Fuda prova a ritornare in pista come sindaco di Siderno.

Pochi giorni e si scoprirà se la "#lafabbricadipietro" potrà spostare la propria sede nel comune di Siderno.