Ci sono cose che non bruciano

MuStruMu fisarmonicadi Daniela Liconti  - "Ci sono cose che non bruciano" è il titolo dell'assemblea estemporanea aperta alla città del Museo dello Strumento Musicale, per non dimenticare che è già passato un anno dall'atto incendiario che lo ha distrutto.
Da quel giorno, un'ondata incredibile di solidarietà ha percorso la città coinvolgendo anche amici, appassionati, musicisti e istituzioni culturali al di fuori del perimetro territoriale e si sono moltiplicate iniziative e raccolte fondi a sostegno della sua ricostruzione. Ma non basta. "Ad un anno, un gruppo di volontari lavora nel tempo libero per ripulire questi spazi, ma c'è bisogno di tanto e spesso la buona volontà non basta. Un anno fa la Regione ha stanziato 10.000 euro a titolo di rimborso – afferma il direttore Pasquale Mauro - ma ad oggi non abbiamo capito quali saranno le modalità di restituzione né dove sia finita la nostra pratica. Noi vogliamo restituire il Museo alla città e per questo abbiamo bisogno di aiuto a 360°, accettiamo tutto - da materiale edile, idraulico, elettrico, sanitario, alla manodopera – per creare anche una dinamica di coinvolgimento della comunità. Abbiamo contattato l'imprenditore Saffioti tramite "Libera", che è disposto a darci sostegno ma solo dopo la risposta della città; abbiamo proposto, di concerto con l'Università Mediterranea, un concorso internazionale di architettura per riprogettare il Museo. La gente deve sapere che siamo noi singoli cittadini a sostenere l'onere di tutto questo, che continuiamo a pagare un affitto alle Ferrovie, danneggiate nella struttura." Presente anche il Csoa "A. Cartella", i cui membri attivi sono impegnati nella ricostruzione del centro, vittima di un incendio doloso tre anni fa; lasciati soli dalle istituzioni, hanno sperimentato l'auto organizzazione e una forma di solidarietà dal basso che sta dando i suoi frutti. "Solidarietà significa mettere a disposizione le proprie competenze fuori dalla logica del denaro – sostiene Nando Primerano - elemento valoriale e sostanziale." I contributi hanno molteplici forme: un gruppo di giovani fotografe da un anno sta documentando la ricostruzione del Museo in vista di una mostra e di una futura pubblicazione a beneficio dell'istituzione; da un'idea del professore Silvio Sestito, alcuni studenti dell'Accademia delle Belle Arti hanno realizzato "La voce dell'oltre tromba", una scultura composta dalla saldatura di quanto ritrovato all'indomani dall'incendio; molti singoli cittadini hanno messo a disposizione beni di utilità. "La città deve crescere tutta insieme, da solo nessuno ce la può fare – dichiara Demetrio Spagna. La città deve recuperare il gusto di incontrarsi e parlarsi per ritrovare nuovi spunti ed energie per ripartire." Presente anche Marisa Cagliostro, che interviene citando Italo Falcomatà quando già molti anni fa sottolineava che "è inutile aspettare che qualcosa accada dall'alto, dobbiamo cominciare da noi"; un passo importante in questa direzione potrebbe essere quello di "riunire tutte le associazioni culturali, mettere insieme tutte le forze attorno a un progetto che riguardi tutti i settori, che fino ad oggi hanno camminato separatamente. Faccio un appello – dichiara - perché dalla base, ciascuno per il proprio campo e con le proprie competenze, le forze associative possano – tutte insieme - suggerire all'istituzione comunale quello che all'inizio faticherà a realizzare. Perché noi sappiamo quello che vogliamo: per i musei, le biblioteche, gli archivi, per le arti in generale. Ci vorrà troppo tempo fino a che la nuova amministrazione acquisisca competenze nei diversi ambiti culturali e noi dobbiamo metterci nella situazione di costruire ipotesi e progetti flessibili e chiedere continuamente di essere ascoltati per realizzarli. Unirci tra noi per creare una rete di servizio, individuare bandi utili per non perdere i fondi europei. Il Museo rinasca presto come un progetto che non è solo privato, non è mai privato qualcosa che è aperto al pubblico per offrire cultura e le istituzioni non possono lavarsene le mani."
Ma il Museo ha smesso di essere privato nel momento in cui ha accettato la partecipazione attiva della città alla sua ricostruzione ed è e resta un bene collettivo.
Agenzia dei Borghi solidali, Ecolandia e altre associazioni del territorio hanno organizzato eventi a beneficio del Museo, ma anche qui emerge un'altra diffusa e spiacevole realtà: non importa quanto ci si impegni per proporre iniziative, la risposta della gente è molto scarsa.
Mettere a tacere chi fa cultura e aggregazione sociale con la violenza di attentati intimidatori è qualcosa di molto grave che ci riguarda tutti, nessuno può sentirsi escluso, e ogni gesto di solidarietà per rialzare la testa diventa un modo di resistere e combattere per affermare i valori positivi di un'intera comunità.
Chi volesse contribuire con suggerimenti ed idee, beni e servizi, può comunicare tramite posta elettronica o social network.